Chi avrebbe mai potuto immaginarsi un Dio che se ne va a pesca, un Paradiso che sembra un centro sociale e un Gesù che fuma marijuana, a parte Bob Marley? Lo ha fatto John Niven, brillante scrittore scozzese, che con “A volte ritorno” (titolo originale “The second coming”), romanzo ironico e provocatorio, immagina una seconda discesa di Gesù sulla Terra.

Solo che, come detto, non è il Gesù che ci aspetteremmo. Nel romanzo infatti, con un linguaggio che a tratti potrebbe irritare i credenti più di una conferenza di Odifreddi, Gesù è descritto come un fricchettone a cui piace il rock and roll. È tornato in Paradiso da un mese, che lì equivale a duemila anni dopo la sua crocifissione, mentre suo padre ha deciso di prendersi una settimana di vacanza in pieno Rinascimento, quando sembrava andare tutto a gonfie vele.
Rientrato dalla vacanza all’inizio del ventunesimo secolo, Dio torna al suo “posto di lavoro” e viene aggiornato dai suoi collaboratori, ovvero i Santi, un vero e proprio Consiglio di Amministrazione del Paradiso (e infatti, come in molti Consigli di Amministrazione, non c’è una grande rappresentanza femminile). Ciò che apprende lo fa andare su tutte le furie: genocidi, violenze, inquinamento, reality show… Perciò, dopo una dantesca visita all’Inferno, dove al posto dei personaggi della Divina Commedia troviamo i disonesti e i malfattori dei tempi più recenti, Dio decide che è venuto il momento di rispedire Suo Figlio sulla Terra una seconda volta per ricordare a tutti il suo comandamento, che poi in principio era un semplicissimo “fare i bravi”.
Ed è così che ritroviamo Gesù sulla Terra, rinato negli Stati Uniti, dove cresce e si arrabatta tra le strade malfamate di New York suonando la chitarra in una band e andando in giro con i suoi nuovi apostoli, un gruppo di ragazzi problematici che aiuta ad andare avanti. Sui trent’anni, partecipa con successo insieme alla band ad un provino per un talent show musicale, e la sua presenza a questo spettacolo televisivo (dopo aver attraversato il deserto…degli Stati Uniti) si rivelerà il modo per compiere la sua missione di parlare al mondo per portare la luce, risvegliare gli animi e redimere il genere umano, insomma come Morgan ma con meno presunzione.
Dopo il clamore suscitato, Gesù creerà una sua “comunità” in Texas dal vago sapore Hippie, poi i richiami al Nuovo Testamento proseguono con la sua cattura (quanto poteva durare una cosa simile in Texas…), la condanna a morte, la resurrezione e il ritorno alla casa del Padre, con una conclusione dai tratti quasi commoventi.
“A volte ritorno” è senz’altro una satira provocatoria per riflettere sugli integralismi e le sopraffazioni dei nostri tempi, con un Dio che smentisce le ricostruzioni su di lui come Berlusconi ma in maniera più attendibile, e a cui l’unica cosa che importa è che gli uomini si comportino correttamente e abbiano rispetto l’uno dell’altro; la sua lettura è dunque fortemente consigliata a tutti coloro che detengono il potere spirituale e anche quello temporale.