
È bello andare alla ricerca di libri che parlano di argomenti seri da un punto di vista diverso, che non ti saresti mai aspettato; il libro “Spinoza e popcorn”, scritto nel 2019 dal giovane filosofo e divulgatore Riccardo Dal Ferro (che usa il nome d’arte Rick DuFer, sia per i suoi video su Youtube che per il suo profilo su Tinder), lo fa con tematiche filosofiche che arrovellano i pensatori da secoli, come la religione e il dualismo tra mente e corpo, attraverso qualcosa di cui tutti abbiamo esperienza: i film e le serie TV.
Lo so, la vera sfida sarebbe stata farlo con Amici di Maria De Filippi invece che con film come Matrix e serie come Black Mirror, che sono già di per sé pregni di spunti filosofici, ma l’obiettivo è pienamente raggiunto, e il libro esplora la filosofia stimolando la curiosità e aiutando a capire il pensiero di alcuni importanti filosofi.
Certo, non è un rigoroso trattato di filosofia, e quelli che se lo aspettano, nonostante la colorata copertina, la grafica vivace e i divertenti disegni di Daniel Cuello, probabilmente avranno la stessa reazione di Travaglio quando Draghi è diventato Premier al posto di Conte.
L’autore introduce i temi del pensiero filosofico accompagnando il ragionamento con ironia e frequenti paragoni con vicende e personaggi delle più famose serie TV, quelle che più o meno tutti conosciamo da quando Netflix è diventato un bene di prima necessità: si va dal materialismo storico di Marx nel Trono di Spade alle leggi di natura negli Avengers, fino a Lost, che ha il merito di aver ispirato tante serie TV successive, e House of Cards, che ha il demerito di aver ispirato Renzi.
“Spinoza e popcorn”, quasi senza accorgertene, può quindi aiutarti a formare un’opinione sui grandi temi della vita, oltre che a scegliere quali serie TV sciropparti prima di andare a dormire.
Leggendo questo libro, infatti, sono tante le curiosità in cui tuffarsi grazie al linguaggio affabile utilizzato, ma anche le domande che si è spinti a porsi: per esempio, come facciamo a capire quando non è più la tecnologia ad essere un nostro strumento ma siamo noi a diventare il suo? E se il mondo che ci circonda non fosse la vera realtà ma solo una simulazione degli hacker russi?