Il primo San Valentino ai tempi del Coronavirus ci ha fatto rendere conto di quanto avevamo bisogno di manifestare i nostri sentimenti stringendoci alla persona che ci è cara, senza risparmiare elogi e lusinghe (e quello che è successo intorno a Draghi lo conferma).
Ma c’è anche chi ultimamente ha avuto meno fortuna (no, non sto parlando di Conte…), come tratteggiato con delicata ironia in questo racconto.
Distanza interpersonale, limitazione dei contatti, feste e assembramenti vietati: ingredienti perfetti per una vita asociale. Nonostante tutto, però, è importante avere pazienza in attesa dell’agognato ritorno alla normalità post-virus: in effetti anch’io, come molti immagino, non sto nella pelle nell’attesa di tornare a stiparmi nei mezzi pubblici e di contribuire a battere il precedente record di nove persone in un metro quadrato, o di togliere finalmente la mascherina per respirare a pieni polmoni le polveri sottili.
Eppure, nell’atmosfera plumbea che ci circonda, non riesco a non pensare a quanto sia stato sfortunato chi alla fine del 2019, come buoni propositi per il nuovo anno, si era prefisso di essere più estroverso, di conoscere nuove persone e magari di trovare l’amore. Parlo per un amico, ovviamente…
Fino ad un anno fa, per dirne una, la madre di questo mio amico gli diceva sempre di invitare amici e conoscenti a casa: “Non fai venire nessuno a casa? Fai venire qualcuno…”; ora se in casa entra anche solo la busta della spesa, la fanno passare prima dalle docce di decontaminazione. In attesa di tempi migliori per la vicinanza fisica, quindi, bisogna trovare altri modi per socializzare.
Se si può uscire, per esempio, ci si può incontrare all’aperto, ma evitando di avvicinarsi troppo agli altri e indossando la mascherina. Tutto questo da un lato è anche buono, visto che il mio amico va matto per la pizza alla cipolla, ma dall’altro ti fa sentire come un viandante solitario immerso in un film western all’incontrario, in cui ad allontanarsi furtivamente con il volto coperto sono quelli che non fanno i fuorilegge.
Un’idea poteva essere la scuola di ballo, che è universalmente nota come una ottima occasione per aumentare i contatti sociali. Sarebbe proprio servito un corso di ballo, sempre a questo mio amico, visto che nelle feste in cui si gettava nella mischia si muoveva con la stessa grazia di una lavatrice durante la centrifuga. Gli sarebbe piaciuto diventare un fascinoso ballerino che con un passo fa cadere tutte ai suoi piedi e non a causa di maldestri sgambetti, conquistare il cuore della ballerina di tango più desiderata e arrivare insieme, avvinti l’un l’altro tra piroette e acrobazie, fino alla finale dei campionati del mondo, o quantomeno essere capace di ballare ai livelli di un tavolo da cucina, ma la notizia della chiusura delle scuole da ballo causa Covid pose subito fine alle danze.
Tra quarantena e coprifuoco, rimaneva solo una cosa da fare: buttarsi su qualche sito di incontri. Ci saranno più iscritti lì che al cashback di Stato, quale modo migliore per passare del tempo conoscendo nuove persone, ha pensato il mio amico. E poi chissà, può nascere qualcosa di più…certo, non prima di aver escluso chi è logorroico già dalla biografia, i profili falsi o anonimi, le fan del neomelodico o delle canzoni tamarre da discoteca, chi cerca ragazzi da 1 metro e 90 in su ma solo per parlare, chi ha 470 selfie nel bagno pubblicati su Instagram e, per non rischiare visti i tempi che corrono, chi dice di essere influencer.
Comunque andrà, se dovessi dire qualcosa a questo amico, lo conforterei con le parole di Orazio: “Noi inseguiamo la felicità, ma la felicità è qui”. Però è nascosta proprio bene, mi risponderebbe lui con tono alquanto sardonico. A quel punto, per tirarlo un po’ su, non mi resterebbe che infondergli fiducia nel futuro, preconizzando che fra non molto tornerà tutto come prima e ci saranno di nuovo occasioni per incontrarsi fisicamente, per abbracciare chi ci è caro, per innamorarsi. Giusto il tempo di ricordarsi come si fa.